martes, 16 de octubre de 2007

AMSTERDAM (Il quarto occhio)


Amsterdam tre giorni e subito da un medico con mezza faccia rosso peperone. Alto,”trendy, dark-haired and very keen on photography”, infatti lo studio è tappezzato di foto. Infezione della mucosa dell’occhio. Nessuna tragedia, dovute raccomandazioni e collirio, e si parla della passione foto. Io posso muovermi perfettamente con il mio dialetto a Venezia, ma in questa Venezia del Nord ringrazio il mio “basic/bussiness-English” e un paese totalmente bilingue.

“Gehakballejes met tomaten-paprikasaus” in bar “cool” di Utrechstraat (Tapperij-slijterij Oosterling dal 1877) e birra super. Il mio stomaco delicato avvisa che le polpettine sono buone, ma impegnative.

Visita al FOAM: Mikhael Subotzky e con le photo notes by Hans Eijkelboom (Foam exibition current). Quest’ultimo propone il parallelismo tra tre metropoli così culturalmente differenti come Parigi, New York e Shanghai, ma finiremo con cartellino “surname” sul vestito, per far la differenza.

Ámsterdam 52,3º N 4,8º E e la luce diventa trasparente, limpida. Si perde quell’effetto denso del Mediterráneo Sud. Qui ci vuole l’acquarello. Il blu prussia assieme al caput mortuum per arrivare al grigio di nuvole cariche d’acqua, ma incredibilmente sospese nel cielo; ma l’occhio mi tormenta…

Amsterdam altitudine 2 metri e con un solo occhio corro il rischio di essere travolta dalle biciclette.

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